Ormai da diversi anni le stufe a pellet rappresentano una buona soluzione per il riscaldamento domestico o per ambienti più grandi. Facili e comode da usare, spesso hanno un funzionamento del tutto automatico e programmabile dall'utente, richiedono una minima manutenzione ed offrono una buona efficienza.
Ma c'è un problema, il pellet è comunque un materiale lavorato, ed il suo prezzo rappresenta un fattore di costo importante nell'ambito della spesa complessiva per il riscaldamento.
Una soluzione in tal senso è la produzione casalinga del pellet. E' davvero possibile farselo da soli partendo da comuni materie prime o biomasse?
Ecco di cosa abbiamo bisogno:
- informazioni circa i materiali utilizzabili
- possibilità di reperire tali materiali con facilità e soprattutto a basso costo
- una macchina pellettizzatrice (chiamata anche pellettatrice)
- (opzionale) macchina per sminuzzare il materiale
L'elenco dei materiali utili per la creazione del pellet è abbastanza ampio e comprende segatura o polvere di legno, trucioli, ritagli di legno di piccole dimensioni, foglie, rami ed altri prodotti derivanti dalla potatura di piante ed alberi, scarti del mais o riso, fieno, paglia, mangimi, sansa di oliva, erbacce e così via. In pratica tutte le biomasse in grado di prendere fuoco sono in qualche modo utilizzabili, alcune bruciano meglio ed offrono una maggiore resa, altre sono compattabili con facilità, altre ancora richiedono lavorazioni aggiuntive. Ad esempio il legno di rami o tavole deve essere sminuzzato in particelle più piccole mediante appositi strumenti.
Come e dove reperire i materiali. Se abitate in una casa di campagna allora probabilmente avete un prato e tagliate l'erba con regolarità. Oppure potate le piante. Andate da un falegname e chiedetegli gli scarti di lavorazione, potrebbe addirittura non pretendere nulla e, anzi, ringraziarvi del fatto che gli togliete di mezzo tale materiale.
Ottima risorsa quella dei frantoi, la sansa è lo scarto del processo di produzione di olio di oliva, solitamente pagano discrete somme affinché venga qualcuno per portarla via e smaltirla correttamente. Probabilmente alcuni frantoi non avranno problemi a consegnarvi alcuni quintali di sansa.
Queste sono solo alcune idee, in fondo si tratta di biomasse e la loro reperibilità dipende anche e soprattutto dalla nostra capacità e intraprendenza.
E arriviamo quindi allo strumento principale per la pellettatura: la macchina pellettatrice. Una serie di nastri mossi da ingranaggi portano il materiale verso una pressa, questa lo comprime e lo fa passare attraverso i fori di una matrice, i cilindri che ne fuoriescono vengono quindi tagliati secondo una lunghezza predefinita.
Per alcuni materiali la sola pressione è sufficiente a creare granuli compatti, in altri casi è invece necessario aggiungere collanti naturali quali l'amido di mais o farina.
Dove acquistare tali macchine? Nel seguito cerco di fornire alcuni indirizzi, trattandosi di un settore di nicchia diverse aziende evitano di pubblicare un prezzo di vendita, talvolta è necessario trattare personalmente al fine di ottenere il costo più basso.
Anche Riciclare.biz presenta una vasta scelta di macchine pellettatrici.
Vstufe propone delle pellettatrici progettate e realizzate interamente in Italia, alcuni modelli sono destinati esclusivamente all'uso domestico, funzionano con corrente monofase 220V e presentano assorbimenti compatibili con le forniture energetiche di moltissime case.
Per avere una idea generale sui prezzi vi consiglio di guardare gli annunci di kijiji.
Non voglio spendere nulla, posso costruirmi una macchina pellettatrice autonomamente? La cosa non è semplicissima ma con un minimo di manualità è possibile ottenere buoni risultati. Qui, qui e qui alcuni esempi di pellettatrici fai da te a basso costo, eventualmente chiedete agli autori dei video maggiori informazioni circa la realizzazione di tali macchine.
Opinioni, conclusioni, ne vale davvero la pena?
Tenendo conto del prezzo attuale del pellet, soprattutto se acquistato in grandi quantità, conviene davvero produrselo in proprio?
Il reperimento del materiale presenta costi variabili, per qualcuno è addirittura gratis, ma in ogni caso comporta un impegno di tempo e risorse.
La vera spesa è per la macchina pellettatrice ed altri accessori, anche ammesso di pagare il tutto tra 1000 e 2000 euro, quanto tempo ci vuole per ammortizzare tale costo? E in questo lungo periodo quanto spenderei comunque per la manutenzione della stessa macchina. Tra l'altro solo pochi modelli di pellettatrici sono adatte all'uso domestico per una singola famiglia, per la maggior parte si tratta di strumenti ingombranti e con un consumo energetico abbastanza elevato.
L'ideale sarebbe un impiego comunitario, più famiglie insieme decidono di acquistare tutto l'impianto e di reperire le materie prime, in tal modo i costi si distribuiscono e vengono ammortizzati in meno tempo.
La costruzione fai da te di una pellettatrice è indubbiamente interessante, ma non tutti dispongono delle conoscenze necessarie o le capacità per cimentarsi in tale impresa.
Soprattutto mi sorge spontanea una domanda: conviene davvero investire qualunque risorsa nel pellet? Già da un po' di tempo si stanno (ri)diffondendo nelle case di molti italiani, ma anche nel resto del mondo, le classiche, vecchie e semplicissime stufe a legna. A quanto pare sono molto efficienti e il costo della materia prima è di gran lunga più conveniente per Kw di calore prodotto. Insomma, se con la legna posso risparmiare molti soldi, allora perché preoccuparmi di produrre del pellet?