Tecnicamente una caraffa filtrante è composta da un contenitore plastico con due sezioni comunicanti, girando la caraffa l'acqua passa da una sezione all'altra attraversando un filtro ai carboni attivi ed altri componenti e viene quindi purificata di alcune sostanze. Tali strumenti risultano particolarmente utili per abbattere il contenuto di calcio ed eliminare il sapore di cloro.
Le caraffe sono facili da usare e tutto sommato economiche. Il filtro va cambiato entro un certo periodo, solitamente un mese, ma il risparmio rispetto all'impiego di acque minerali in bottiglia è comunque enorme. I modelli più avanzati tengono addirittura conto del momento in cui è stato inserito il filtro, e segnalano quando è necessario sostituirlo.
Ma ci sono anche dei problemi. Secondo alcune analisi di laboratorio richieste tempo addietro dal procuratore Guariniello sembrerebbe che siano addirittura pericolose per la salute. Il servizio TV nel seguente video.
Il filtro effettivamente svolge la sua funzione, abbatte la durezza dell'acqua eliminando molto del calcio in essa presente così come il magnesio, sostanze comunque utili all'alimentazione umana. Di contro possono aumentare le concentrazioni di sodio e potassio con possibili gravi implicazioni per la nostra salute. Inoltre nell'acqua che fuoriesce da alcuni modelli sono stati rilevati ioni di ammonio, assenti invece nell'acqua prima del filtraggio. Sono quindi dei veri laboratori chimici in miniatura, non si limitano ad eliminare alcune sostanze ma possono introdurne delle altre.
Altro problema molto importante è la presenza di batteri nell'acqua nonostante gli ioni di argento che dovrebbero contrastare la loro proliferazione. L'acqua che fuoriesce da alcuni modelli risulta contaminata già intorno alla metà del ciclo di vita del filtro.
In definitiva, tenendo conto di pro e contro, di possibili vantaggi ed evidenti svantaggi io non le userei. Il rischio è quello di trasformare l'acqua potabile del rubinetto in una non potabile.
Con le acque minerali in bottiglia le cose vanno meglio? In teoria si, presentano delle complete schede informative sull'etichetta e subiscono molti controlli dal ministero della sanità. Ma la legge permette per queste acque concentrazioni di sostanze nocive superiori a quelle che invece devono rispettare gli acquedotti. Inoltre c'è il discorso della plastica PET, se lungo la catena di distribuzione e vendita hanno subito sbalzi termici o sono state al sole, l'acqua al loro interno potrebbe essere non più salubre.
Molto importante anche il discorso ecologia: meno plastica immessa nell'ambiente, meno energia impiegata per il trasporto e minor inquinamento.
Poi ci sono ovviamente delle eccezioni. Alcune patologie costringono l'utilizzatore ad impiegare acqua con livelli minimi di calcio, sodio o altre sostanze. Alcuni acquedotti non garantiscono acque propriamente salubri. Ma se non rientriamo in questi casi allora credo che l'acqua che arriva direttamente in casa sia davvero da preferire.