I farmaci generici equivalenti vengono commercializzati direttamente con la denominazione del principio attivo piuttosto che con il nome del prodotto originale che su esso si basa.
Così, ad esempio, possiamo recarci in farmacia e chiedere del semplice acido acetilsalicilico invece della conosciutissima Aspirina della Bayer. Oppure l'acetilsalicilico effervescente con vitamina C della Angelini (Angenerico) piuttosto che il Vivin-C della Menarini.
Discorso analogo per i biosimilari, copie esatte dei recenti farmaci biotecnologici con brevetti già scaduti. Rientrano in questa categoria l'interferone, l'ormone di crescita umano, l'insulina ricombinante, farmaci biologici contro alcune malattie autoimmunitarie o i dolori artritici.
Come si acquistano, serve la ricetta?
I farmaci equivalenti sono reperibili nelle normali farmacie, e alcuni anche nella parafarmacie. La vendita è regolata dalle norme del servizio sanitario nazionale (SSN) per quello specifico principio attivo.
Ciò significa che se un farmaco brand è acquistabile solo con prescrizione medica, lo stesso vale per il suo generico. Analogamente, se un farmaco brand è da banco, allora anche il generico equivalente è di libera vendita.
Nel caso di farmaci con prescrizione, il SSN rimborsa solo l'importo pari al prezzo più basso del medicinale equivalente in commercio. Sarà poi l'utente a pagare l'eventuale differenza di prezzo qualora scegliesse di acquistare il farmaco di marca piuttosto che il generico.
Ovviamente questo discorso vale solo per i farmaci per cui esistono generici equivalenti.
I generici sono efficaci?
Per il semplice fatto che costano meno e che non hanno un nome commerciale conosciuto, si potrebbe pensare che valgano anche meno.
In realtà anche i farmaci generici equivalenti provengono da rispettabili e serissime aziende farmaceutiche, alcune molto importanti in tutto il mondo. Inoltre la qualità è garantita dai severi controlli del Ministero della Salute e dell'Agenzia Italiana del Farmaco. Deve insomma essere dimostrata la bioequivalenza, ovvero che il generico sia perfettamente identico nel principio attivo al farmaco originale.
Il principale vantaggio del ricorso ai generici è ovviamente di natura economica. L'utente spende di meno e così anche il SSN. I soldi risparmiati possono quindi essere investiti per altri scopi, ad esempio per migliorare servizi sanitari o per nuove ricerche in campo medico.
Quanto si risparmia. L'acquisto di un generico piuttosto che un brand comporta un risparmio minimo intorno al 20%, ma in taluni casi si può arrivare anche al 40-50% in meno.
Aziende produttrici
Nomi importanti in questo settore sono: Teva Italia, EG EuroGenerici, Sandoz, Ratiopharm, Mylan, Pensa Pharma, ABC farmaceutici, DOC Generici, Actavis, So Se Pharm, Hexal, Q-Pharm, Stada ed altri.
Ma i generici sono proposti anche da aziende molto conosciute. Esempio: la Pfizer potrebbe commercializzare l'equivalente di un farmaco originariamente prodotto dalla GSK, Bayer o Sanofi-Aventis.
L'offerta dei generici è però talmente ampia che difficilmente una farmacia può disporre di tutti i prodotti in commercio. Tenete conto che la sola aspirina vanta non meno di 10 farmaci equivalenti, compresi alcuni con brand di catene di supermercati.
Maggiori informazioni e approfondimenti sull'argomento sul sito della Assogenerici, l'associazione nazionale delle industrie produttrici di farmaci generici.