Acquisto un integratore naturale a base di piante dopo aver letto dei suoi numerosi benefici, ma ahimè scopro che non funziona su di me. Potrebbe trattarsi di una mia resistenza verso le sostanze in esso contenute, d'altronde l'effetto varia da persona a persona, quest'ultima in particolare è la principale scusa a cui spesso si fa ricorso.
Oppure, cosa ancor peggiore, quello specifico integratore contiene polvere di riso, un variegato mix di piante ma non quella che invece mi interessa.
Sembra quasi assurdo, ma i risultati dei test sono chiari ed inequivocabili. Lo studio ha coinvolto una grande quantità di integratori proposti dalle catene Walmart, Walgreens, GNC e Target. Capsule contenenti diversi principi attivi estratti da piante, tra cui l'echinacea, erba di San Giovanni e Ginkgo Biloba.
I 309 test sul DNA hanno rilevato che solo una piccola percentuale di campioni riportava una etichettatura corretta, sia per gli ingredienti che per le loro quantità. Il 79% addirittura non contiene il principio attivo riportato in etichetta, e in taluni casi vi erano contaminanti o allergeni non menzionati.
Una cosa abbastanza grave che, nella migliore delle ipotesi, porta solo ad una perdita di denaro. Ma nei casi peggiori, ad esempio allergie verso determinate sostanze, può portare a conseguenze dannose per la salute.
A seguito di lettere per la richiesta di chiarimenti le suddette catene hanno ritirato tali prodotti dai banchi. Ma il problema rimane, al contrario di quanto avviene con i medicinali, gli integratori possono essere messi in vendita senza particolari controlli.
E in Europa? Magari le cose vanno meglio, o peggio, chi lo sa? Di fatto senza adeguati controlli e certificazioni è difficile avere certezze circa il reale contenuto di una capsula, a prescindere da cosa sia riportato in etichetta.
Fonti: Forbes