Il tonno in scatola è in assoluto la conserva ittica più venduta in tutto il mondo. L'Italia è uno dei più importanti mercati e secondo produttore in Europa. Ma cosa si nasconde realmente nelle lattine? Un rapporto Greenpeace stila una classifica per individuare i marchi più rispettosi per l'ambiente.
Nell'immaginario collettivo c'è l'idea che la pesca del tonno sia una attività in qualche modo artigianale. Pescherecci a gestione familiare o comunque con una ciurma di pochi elementi cattura questi grossi pesci e li consegna ad una piccola azienda affinché siano lavorati e inscatolati.
In realtà il grosso della pesca oggi si realizza in acque internazionali, con flotte che sfruttano i più avanzati metodi tecnologici. Lo scopo è quello di catturarne il più possibile, preoccupandosi solo del guadagno e non del danno arrecato all'ambiente.
Fatto è che alcune specie di tonno, tra cui il noto Pinna Gialla, appaiono in qualche modo a rischio, con banchi meno numerosi e di dimensioni ridotte.
Il problema sorge soprattutto dai metodi di pesca, i palamiti ed il famigerato FAD (Fishing Aggragation Device) sono responsabili della cattura di molte specie oltre allo stesso tonno, tra cui tartarughe, squali, mante e delfini.
Una possibile soluzione è la pesca con canna. Magari meno efficiente, ma sicuramente più ecosostenibile, si da lavoro a più persone e si limitano i danni ecologici.
Greenpeace, da sempre attenta nei confronti del mare, ha condotto analisi e fatto domande a varie aziende allo scopo di ricavarne alcune informazioni importanti sulla loro produzione: non impiego di FAD, il fatto che il tonno sia pescato con canna, la zona FAO di cattura, luogo di lavorazione, scelta di specie come il tonnetto striato con meno rischio di estinzione, sfruttamento di riserve marine apposite e il non ripiego alla pesca illegale.
Alla fine ha stilato una classifica con i marchi più virtuosi: GreenPeace Tonno in trappola. Lo scopo è quello di sensibilizzare i consumatori, ma anche la distribuzione, sul reale contenuto di ogni scatoletta e su quale sia il suo impatto per l'ambiente.
Al momento al primo posto troviamo Asdomar, seguito da Mareblu, Rio Mare e Coop, in fondo alla classifica i marchi Star Mare Aperto, Conad e Maruzzella.