Whatsapp diventa a pagamento, si paga per ogni messaggio inviato. Quanto c'è di vero?

Ormai da anni girano e rigirano messaggi che ci dicono che Whatsapp diventerà a pagamento. Per ovviare a tale cosa dovremmo inviare il post a tanti altri utenti. Solo in questo caso possiamo garantirci un uso gratuito del servizio.


Beh, inutile girarci intorno. Questi messaggi sono e saranno sempre delle emerite sciocchezze. Le classiche assurde catene di Sant'Antonio che esistono da quando è stato inventato il primo metodo di comunicazione a distanza. Per intenderci, la versione digitale delle catene che già esistevano decenni orsono con la posta semplice a base di lettere.

Innanzitutto, Whatsapp è già a pagamento. Eh si, una amara verità, il servizio più utilizzato per la messaggistica immediata in tutto il mondo non è mai stato completamente gratuito. Risulta gratis per il primo anno di utilizzo dopodiché si paga un canone di abbonamento. La buona notizia è che si spende meno di un euro l'anno, e la cifra scende sotto i 70 centesimi se paghiamo per più anni insieme. Insomma si tratta di una spesa più che accettabile considerando l'utilità di tale programma.

Non ci sono scorciatoie o metodi per evitare tale spesa! Fatevene una ragione.

Purtroppo sullo stesso Whatsapp vengono regolarmente diffusi messaggi che raccontano una diversa verità, o sarebbe meglio dire una completa falsità.
Cose del tipo: Whatsapp diventerà a pagamento, si dovrà pagare per ogni messaggio inviato, ma se invii questo messaggio a 10, 100, 1000 persone tutto diventerà gratuito.

Alcuni messaggi, più subdoli, propongono di verificare tale informazione sul sito web di Whatsapp, fornendo il relativo link. Il problema è che nessuno controlla realmente. Chiunque lo facesse si renderebbe conto che nel sito ufficiale non si fa menzione a quanto esposto nel messaggio.
Allora, cosa significa? Significa semplicemente che si tratta di sciocchezze! Mere bugie confezionate da buontemponi, i quali si crogiolano nel vedere che a distanza di anni il loro messaggio è ancora in circolazione, magari replicato e diffuso da tanti creduloni.

Cosa fare? Semplice, quando riceviamo un messaggio simile non diffondiamolo. Piuttosto dovemmo agire in una sorta di catena al contrario. Rispondiamo a chi ce lo ha inviato specificando le nostre ragioni per credere che il messaggio in questione sia una bufala. Eventualmente includete anche un link a questo articolo. Insomma, incavolatevi, sbraitate, infuriatevi, fate in modo che il credulone che vi ha inviato il messaggio non cada più in questo errore. Che abbia paura di inviarlo ad altri!!!


Prima di diffondere informazioni bisognerebbe controllare la loro veridicità.
Sinceramente, mi dispiace mostrare tale durezza, ma in questo caso è inevitabile. La gente, gli utenti di Whatsapp, si devono rendere conto che un atto semplice come inoltrare un messaggio può risultare grave e del tutto sgradevole. Farglielo capire a toni forti è l'unico modo per arginare il fenomeno.